Marijuana: la legalizzazione porterebbe 30 milioni di euro annui allo Stato


Uno studio condotto dall’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori (Aduc) sull’applicazione in Italia del “modello Colorado” per quanto riguarda la liberalizzazione della marijuana porterebbe circa “30 milioni di euro all’anno di introiti fiscali per le casse dello Stato”.

E’ quanto avrebbe stimato l’associazione che ricorda come solo nel primo mese dell’entrata in vigore della legge che ha legalizzato la produzione e vendita della cannabis, i 59 negozi Usa autorizzati hanno fruttato allo Stato 3,5 milioni di dollari (2,5 mln di euro).

In un’intervista rilasciata all’Adnkronos, Vincenzo Donvito, presidente dell’Aduc spiega che la “tassazione americana prevede un prelievo fiscale del 15% sul consumo (pari alla nostra Iva al 22%) e del 2,9% sulle vendite”.

Pertanto sottolinea Donvito, “se in Colorado in un mese si sono ricavati due milioni e mezzo di euro per le casse dello Stato, è questa la cifra minima minima che si potrebbe realizzare anche da noi con la marijuana legale”.

Inoltre le stime sarebbero ancora più fruttose, considerando che in Colorado vi sono tre milioni di abitanti a fronte di 55 milioni in Italia.
“Abbiamo in cantiere uno studio accurato che, sulla base dell’esperienza del Colorado, e con le dovute differenze dei regimi fiscali Usa e italiano (e dell’impatto del prodotto nei due diversi Stati), per capire quanto realmente potrebbe ‘fruttare’ allo Stato la legalizzazione e la vendita di cannabis”, prosegue il presidente dell’Associazione che precisa con cauto ottimismo che per capire il trend in Colorado bisognerà osservare l’andamento nell’arco dell’anno.

“Qualcuno l’ha chiamato il boom del secolo perché è un nuovo prodotto sul mercato e la nuova situazione in Colorado è stata definita come il new deal del capitalismo americano” afferma Donvito che sottolienando come la legalizzazione di un prodotto, come ad esmpio il settore della prostituzione, “sarebbe soggetto a tassazione e quindi produrrebbe introiti per lo Stato. Per quanto riguarda la marijuana in particolare, ci sarebbe anche un indotto importante per la coltivazione o la consulenza sul prodotto”.
Infine conclude il presidente di Aduc: “La cannabis è meno dannosa di altri prodotti ricreativi come l’alcol, senza contare che per la medicina, in ambito terapeutico dell’uso di questa sostanza, si aprirebbero nuove strade di impiego e di sperimentazione farmaceutica”.


DONVITO, CI SAREBBE ANCHE UN INDOTTO IMPORTANTE (Adnkronos) – «Siamo al primo mese di osservazione anche in Colorado -fa notare Donvito- quindi per un’analisi del trend bisognerà ‘spalmarè l’analisi almeno su 12 mesi». «Qualcuno l’ha chiamato il ‘boom del secolò, perchè è un nuovo prodotto sul mercato -ricorda l’Aduc- e la nuova situazione in Colorado è stata definita come il ‘new deal’ del capitalismo americano». In generale, fa notare il presidente dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori, «qualunque prodotto sia legale, anche la cannabis o la prostituzione, sarebbe soggetto a tassazione e quindi produrrebbe introiti per lo Stato. Per quanto riguarda la marijuana in particolare, ci sarebbe anche un indotto importante per la coltivazione o la consulenza sul prodotto». «La cannabis -conclude Donvito- è meno dannosa di altri prodotti ‘ricreativì come l’alcol, senza contare che per la medicina si aprirebbero nuove strade di impiego e di sperimentazione farmaceutica». (Red/Zn/Adnkronos)

Fonte: www.direttanews.it

Studio: cannabis efficace contro colite ulcerosa e morbo di Crohn


La cannabis potrebbe essere un trattamento efficace contro la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, due malattie intestinali sempre piu’ diffuse. E’ la scoperta di Karen Wright della Lancaster University, grazie a una ricerca presentata al Meeting della British Pharmacological Society ieri a Londra.
I principi attivi della pianta con cui si produce hashish e marjiuana, i cannabinoidi THC e cannabidiolo, sono risultati efficaci regolatori della funzione intestinale.
La colite ulcerosa e’ una malattia che, assieme alla malattia di Crohn, rientra tra le sindromi infiammatorie croniche intestinali. Nella colite ulcerosa vi e’ una importante infiammazione che interessa soltanto il grosso intestino, con sintomi che vanno dalla diarrea all’emorragia.
Un meccanismo che sta dietro queste sindromi infiammatorie intestinali e’ la permeabilita’ delle pareti dell’intestino che diventa eccessiva e cosi’ facendo lascia penetrare i batteri della flora intestinale che fanno danni al tessuto.
Gli esperti hanno scoperto, per ora in provetta, che i principi attivi della cannabis possono riportare alla normalita’ questa alterazione della permeabilita’ del tratto intestinale e potrebbero quindi aiutare nella terapia contro queste diffuse malattie infiammatorie.




Cannabis terapeutica tra storia e futuro


cannabisterapeutica.info ) - L’utilizzo medico e terapeutico della cannabis affonda le radici nella storia dell’umanità. La cannabis ha unalunga storia legata alla medicina tradizionale cinese. Annoverata tra le 50 “fondamentali” erbe mediche, veniva prescritta per il trattamento di diversi sintomi ed era utilizzata persino dall’imperatore Shen Nung, appassionato di farmacologia. Nel 2737 a.C. Shen fu il primo ad includere i benefici legati all’uso della marijuana in un trattato di medicina. Nel primo secolo d.C. venne completato il “Pen Ts’ao Ching”, basato sulle pratiche tradizionali di quel periodo e conosciuto come la più antica farmacopea del mondo. Qui la cannabis è raccomandata per più di cento disturbi, tra cui la gotta, la malaria e i reumatismi. Secoli più tardi numerosi testi cinesi la consigliarono invece per il trattamento di emorragie, infezioni, parassiti e nausea. In seguito, Hua Tuo (140-208 d.C.) venne accreditato come la prima persona ad aver usato la cannabis come anestetico. Altro testo antico conosciuto perché contiene una prescrizione di cannabis per un disturbo infiammatorio è il papiro Ebers (nella foto) del 1550 a.C.

Anche in India la pianta conobbe un ampio impiego in ambito terapeutico. Tra il II e il I secolo a.C. le ripetute migrazioni delle tribù nomadi dell’Asia Centrale ne favorirono la diffusione nel bacino delMediterraneo, in Europa e in Medio Oriente. In Europa nel I secolo d.C., Dioscoride presenta nella sua “Materia Medica” una delle più antiche raffigurazioni della pianta e la raccomanda per mal d’orecchi, edemi, itterizia e altri disturbi. Nello stesso periodo Plinio il Vecchio ne consigliava l’uso per curare emicrania e costipazione, mentre Galeno, più tardi, la cita come rimedio contro le flatulenze, il mal d’orecchi e il dolore in genere.

ella prima parte del Medio-Evo la pianta continuò ad essere usata a scopo mistico e terapeutico, ma la “civilizzazione” delle culture pagane, né condizionò la progressiva scomparsa dal continente europeo. L’inquisizione del XII secolo, si scagliò contro l’uso della cannabis ma i viaggiatori di ritorno da Africa e Asia reintrodussero in Europa l’uso terapeutico della pianta e nel 1621 l’inglese Robert Burton, in “The Anatomy of Melancholy”, la consigliava per il trattamento della depressione. Dobbiamo aspettare l’inizio dell’Ottocento per vedere la nascita di un vero interesse scientifico con il dottor W. B. O’Shaughnessy che sistematizzò le conoscenze sulle proprietà medicinali di questa pianta. È il 1839 quando descrive usi e benefici della cannabis appresi in India, supportati da una serie di esperimenti in malattie quali rabbia, reumatismi, epilessia, tetano, arrivando a definire la cannabis, come «il perfetto rimedio anticonvulsivo». Fra il 1840 e il 1900 furono pubblicati più di 100 articoli sugli usi medici della cannabis, tra i quali quello del 1890 pubblicato dalla rivista Lancet a firma del dottor J. R. Reynolds che riassume 30 anni di esperienza con la canapa in medicina. In Italia la farmacopea ufficiale includeva sia l’estratto sia la tintura di cannabis (cfr. P.E. Alessandri in: “Droghe e piante medicinali”, 1915).

La storia della cannabis come farmaco si chiuse bruscamente, almeno in America e in Europa, appena prima della seconda guerra mondiale e bisogna aspettare gli anni ’70 per rivedere i primi cenni di una rivalutazione. Il libro del dottor Lester Grinspoon“Marijuana reconsidered” (1971) è il primo testo “moderno” a riesaminare in modo critico e senza pregiudizi la letteratura scientifica antica e recente. Oggi la cannabis in molti Paesi sta avendo sempre più attenzione come trattamento per le patologie più disparate e i moderni metodi di indagine scientifica hanno permesso di convalidare molti degli effetti terapeutici scoperti in passato, trovandone di nuovi. Il futuro della ricerca, che speriamo sia sempre meno legato a scelte politiche, sarà incentrato sul sistema endocannabinoide, considerato un perfetto bersaglio farmacologico, o sui cannabinoidi incapsulati in nanoparticelle per avere il massimo controllo sulla somministrazione dei farmaci.

Emilia-Romagna: approvato disegno di legge per la cannabis terapeutica


dolcevitaonline.it ) - La Commissione Salute e Politiche sociali della regione Emilia-Romagna ha approvato a larga maggioranza il disegno di legge sulla cannabis terapeutica. A favore del ddl Pd, Sel, M5S, Fds, Verdi e gli indipendenti Favia e Grillini, contrario il centro-destra.

Obiettivo della legge in via di approvazione sarà quello di allentare il peso della burocrazia per l’ottenimento dei farmaci cannabinoidi (circa 200 pazienti giù autorizzati in regione) e dare copertura attraverso il Sistema Sanitario Regionale ai suoi costi.

Semi di canapa, il “veg” che fa bene alla salute

Dalla canapa coltivata, i semi buoni da mangiare curano mente e corpo. Una scelta veg sempre più di moda.



(la stampa) - Oggi i semi di canapa tornano alla ribalta negli alimenti salutistici, in particolare rivolti ai vegani. Quella che utilizziamo in Occidente è la varietà Sativa¬, con principi attivi più sotf rispetto all’orientale Indica entrata in Europa, come vuole la tradizione, solo dopo Napoleone.I semi di canapa hanno molto da offrire, non solo ai vegani, ma anche alle persone attente alla propria salute: contengono infatti oltre il 25% di proteine composte da amminoacidi essenziali, ottimi quantitativi di vitamine (A, E, B1, B2, C, PP…) e minerali (ferro, calcio, magnesio, potassio, fosforo). Ma non solo; per i fan dei grassi “buoni”, i semi di canapa sono un vero e proprio contenitore vegetale di lipidi buoni come gli acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6, più la lecitina.

I semi di canapa sono stati sfruttati da millenni in tutto l’Oriente per svariati scopi salutistici, in particolare per le sue virtù antinfiammatorie.
La storia ufficiale vuole che la pianta sia stata esportata nelle Americhe soltanto dopo Cristoforo Colombo, eppure rilevamenti effettuati in Perù dimostrano che alcune mummie risalenti intorno al 100 d.C. presentassero residui di Cannabis e Cocaina.
Per quanto riguarda l’utilizzo come psicotropo o come fumenti da utilizzare durante la meditazione, vi sono “pezzi di storia” che riguardano l’antica India, il Nepal, la Siria eccetera.
La Cina, invece, un tempo adoperava pianta e semi quasi esclusivamente a scopo terapeutico, in particolare nella riduzione di dolori; per patologie caratterizzate da carenza di Yin e per problemi di costipazione. Il fumo, invece, veniva sfruttato contro mal di denti e problemi del cavo orale.

Più recentemente, in seguito a una analisi condotta nel 2001 in riferimento ad alcuni studi scientifici dell’anno precedente, si è confermata l’efficacia della pianta contro il dolore neuropatico, spastico e tumorale, nonché nelle sindromi dolorose della sclerosi multipla.
Nel 2009 fu guidato un altro studio abbastanza articolato presso l’ Università Complutense di Madrid dove si è potuto dimostrare che iniettando quotidianamente il principio attivo della Marijuana – il THC – su topi con cancro in fase avanzata, le cellule cancerogene avviavano un processo di autodistruzione per autofagia, riducendo per oltre l’80% la crescita del tumore.
Ovviamente tali concentrazioni di principio attivo si trovano solo in alcuni farmaci sperimentali, mentre nei semi acquistabili in qualsiasi negozio un po’ fornito se ne trova in quantità minuscole. Si pensi che dell’olio estratto dai semi che, per ovvi motivi, ne contiene una concentrazione superiore, bisogna berne quasi 10 litri al giorno per sortire il minimo effetto del principio attivo della canapa coltivata.

Più elevato è, invece, l’effetto antinfiammatorio che si può rilevare in maniera abbastanza marcata fin dal primo periodo di utilizzo, soprattutto in caso di artrite e reumatismi.
L’utilizzo casalingo dell’olio di semi sembra ottenga discreti risultati anche in caso di malattie respiratorie come tracheite, sinusite e asma, oppure problemi dell’apparato cardiovascolare, associato a arteriosclerosi. Sembra utile anche in caso di problemi muscolari e per potenziare il sistema nervoso. Ovviamente non deve essere adoperato alla stregua di una medicina, senza previa autorizzazione del medico curante, piuttosto è bene aggiungerlo alla dieta quotidiana per favorire il proprio benessere.

I semi si possono aggiungere allo yogurt, a minestre, zuppe, salse, pesti, oppure tritarli a mo’ di farina per la preparazione di biscotti, torte, pane eccetera.
In Giappone, per esempio, si utilizza una miscela di spezie chiamata Shichimi composta da semi di canapa, sesamo, papavero, peperoncino, scorze di agrumi, alghe nori, pepe e zenzero.
In voga tra gli amanti del vegan è il famoso formaggio Hemp-Fu. Una sorta di Tofu preparato, anziché con i semi di soia, con quelli di canapa.
La preparazione è semplicissima: dopo aver messo in ammollo i semi, si frullano insieme a una piccola quantità di acqua, dopo di che si mettono a “cuocere” in acqua bollente per alcuni minuti in maniera da produrre il “latte di canapa”.
A questo latte si aggiunge una piccola quantità di cloruro di magnesio (Nigari) in maniera da farlo cagliare come fosse formaggio. Poi si scola il tutto in un canovaccio pulito e si lascia riposare un’oretta collocando, al di sopra, un peso (per sgrondare totalmente l’acqua).

Prodotto salutistico per eccellenza, Hemp-Fu può essere consumato crudo o cotto in una grande varietà di ricette.
La fibra che rimane dal latte filtrato non si butta, ma si fa essiccare e si aggiunge alla preparazione di pane, cracker, biscotti eccetera.
Per i fanatici della salute, si può anche adoperare l’olio di canapa adatto per le persone che hanno problemi dermatologici.
Ecco pertanto come da una semplice pianta si possono ricavare alimenti gustosi e benessere con estrema facilità.

Genitori "fattoni"

Fare il genitore è molto stressante? Provate con la cannabis! Da Beverly Hills il loro eco arriva fino in Italia: sono le "madri fattone"


Niente da dire. Fare il genitore è davvero molto stressante, lo riconosco. Chiedete ai miei, ai vostri, chiedete a qualunque bambino e saranno tutti d'accordo. Per cui non è una sorpresa, ne tanto meno moralmente sbagliato, che il genitore cerchi qualche valvola di sfogo ogni tanto per alleviare lo stress. Alcuni scelgono un bicchiere di scotch, o cinque, dopo una lunga giornata di lavoro. Altri, nei paesi dove gli è concesso, scelgono di rilassarsi aspirando una cimetta (o cinque) della propria erba preferita. Altri ancora scelgono entrambe le cose. Vale la pena a questo punto chiedersi quale di queste tipologie di genitori è più adatto per crescere i propri figli e servire da modello?

Se facessi questa domanda in Italia, dove il grado di ignoranza in materia è sicuramente sotto la media europea (e non solo), la risposta sarebbe ovvia...

"Erba?! Ma siamo matti! Io non uso droghe!"

Ma la realtà è un altra: davanti ad una scelta è meglio che il genitore sia indirizzato a scegliere la cannabis e non l'alcool.

Di recente negli USA è salito alla ribalta della cronaca un gruppo di "Cannabis mamme" di Beverly Hills che sostengono di essere genitori migliori grazie alla cannabis. Mentre il reale motivo di questa campagna di sensibilizzazione, che ha coinvolto HBO, CNN, FOX e CBS, appare un tantino confuso (pare infatti che una di queste mamme stia per investire ingenti somme nell'industria della canapa), c'è sicuramente un fondo di verità nelle parole di queste "verdi" mamme.

Nel corso di questi documentari/interviste le mamme ribadiscono quello che tutti noi dovremmo sapere e divulgare: la cannabis non è dannosa perchè naturale, una semplice pianta. Queste mamme fanno rispettare l'idea che la marijuana per uso medico non solo faciliti ad allievare i dolori fisici conseguenti ad una giornata di lavoro, ma renda più tranquilli e premurosi, tant'è che addirittura, alcune di loro, parlano ai propri figli delle proprietà benefiche della cannabis.

Quest'ultima affermazione potrebbe essere parecchio discutibile (non proprio la migliore pubblicità per la legalizzazione), ma molti pensano che sia meglio raccontare ai bambini la differenza tra canapa. alcool e vere droghe in età precoce, piuttosto che ricevere cattive informazioni da media o "finti esperti" in età adulta.

Ma se la marijuana è più sicura e meno dannosa dell'alcool perchè ci si scandalizza se si sostiene che i genitori che la usano siano migliori di chi non lo fa, o peggio di chi usa altre sostanze? La risposta appare chiara: alcool e altre droghe tendono a distruggere le famiglie. E' stato documentato in molti film e show televisivi: da Breaking Bad, a American Beauty, Babbo Bastardo, Requiem For A Dream ecc., quest'ultimi ruotano attorno a figure disturbate e famiglie devastate che hanno come comune denominatore l'abuso di alcool e droghe pesanti.

Certo, un genitore troppo "fatto" potrebbe dimenticare di prendere il suo bambino da scuola o assicurarsi che si sia lavato i denti prima di dormire ma anche in questo capiamo come siano molto importanti le dosi e che abusare non è mai una cosa giusta.



Fonte: fanpage.it