Una ricerca condotta in Israele ha rivelato che la cannabis protegge il cervello dallo stress




Il dibattito sulla cannabis per uso medico da tempo divide il mondo della scienza, ma anche l’intera società, tra chi si definisce a favore e chi contrario al suo utilizzo per scopi terapeutici. A inasprire la controversia tra favorevoli e contrari, vi sono i vari fatti di cronaca che si leggono spesso sui giornali, relativi alla detenzione abusiva di cannabis coltivata privatamente a scopo di lucro, che ha ben poco a che vedere con quella destinata a scopi scientifici.

In Italia, i regolamenti che consentono o vietano l’uso della cannabis per scopi terapeutici sono elaborati a livello regionale; in Basilicata, le proposte di legge fino ad ora presentate si sono arenate. Sarà probabilmente compito del nuovo Comitato etico unico regionaleinsediatosi in questi giorni - e che si occupa appunto degli aspetti bioetici, giuridici e deontologici della sanità - formulare le dovute valutazioni anche su questa tematica.
Gli studi di approfondimento in materia sono comunque sempre più numerosi. L’ultimo, condotto in Israele, è rivolto agli effetti della marijuana sul cervello.

Lo stress è considerato ormai la malattia dei tempi moderni. Determinato da molti fattori psicologici o ambientali diversi, lo stress cronico può a lungo andare provocare danni alle più naturali funzioni del cervello, come ad esempio la memoria e la capacità di apprendimento.

All’Università di Haifa, un gruppo di ricercatori guidati dalla dottoressa Irit Akirav della Facoltà di Psicologia, ha condotto uno studio per determinare in che modo un cannabinoide sintetico denominato WIN55,212-2 potesse contrastare i danni provocati da stress cronico sulla memoria a breve termine, e rafforzare nello stesso momento quella a lungo termine. In laboratorio, i topi trattati con dosi giornaliere di tale cannabinoide mostravano migliore capacità di apprendimento e di memoria. Non solo: i topi sottoposti al trattamento hanno anche dimostrato una diminuzione dei tipici sintomi della depressione da stress, come mutamenti del comportamento o del peso.

Mentre lo studio dell’Università di Haifa deve ancora approfondire come esattamente la marijuana sia in grado di invertire i danni sulla memoria e l’apprendimento, altri studi precedenti hanno dimostrato che essa potrebbe essere in grado di estinguere la paura, anche se non è stato ancora chiarito se la rimozione dei “brutti ricordi” possa contribuire a migliorare la memoria.

In ogni caso, i risultati di questo studio pubblicato sulla rivista scientifica Neuropsychopharmacology sono significativi e, come osserva la dottoressa Akirav, potrebbero davvero rappresentare l’inizio di un nuovo metodo per trattare e curare i deficit cognitivi che accompagnano una varietà di disturbi neuropsichiatrici causati da stress cronico. In conclusione, la marijuana può essere una soluzione incoraggiante quando si tratta di disturbi del cervello.



Fonte: www.ilmetapontino.it

Tè alla marijuana

In molti si sono chiesti se è possibile preparare un tè alla marijuana mantenendo gli effetti, la risposta è SI!



La marijuana non è idrosolubile ma è liposolubile, quindi se facessimo il tè alla marijuana come un normale tè non otterremo gli effetti desiderati.

Ma allora come si fa il tè alla maria?
Ecco la ricetta:

-Procurati 1/2 grammo della tua marijuana preferita e macinala
-Versa 720 ml di acqua in un piccolo pentolino.
-Porta l'acqua a bollire su una fiamma alta.
-Aggiungi 2 cucchiai da tavola di burro.
-Aggiungi il tuo 1/2 grammo di marijuana macinata.
-Lascia bollire l'acqua utilizzando una fiamma intensa e mescola frequentemente per rimuovere la marijuana dai lati del pentolino riportandola nell'acqua
-Lascia bollire intensamente la marijuana, l'acqua ed il burro per circa mezz'ora.
-Quando sarà trascorsa la mezz'ora, filtra l'acqua versandola in una tazza sufficientemente capiente per contenerla tutta.
A questo punto non avrai più bisogno dell' erba e potrai eliminarla dall'acqua dato che i principi attivi della marijuana si saranno aggregati al burro.
-Il tè alla marijuana sarà davvero bollente e sarà necessario lasciarlo raffreddare.
Se lo desideri, aggiungi all'acqua una bustina del tuo tè preferito per intensificarne l'aroma.



Bhe ora non ti resta che assaggiarlo



Come per le altre ricette alla marijuana, assumendola per via orale, saranno necessari circa 45 minuti per sentire gli effetti ma dureranno per diverse ore.



Parte del testo è stato tratto da: it.wikihow.com

Cannabis terapeutica. Il suo uso fa diminuire i morti per overdose di analgesici oppiacei


USA - La legalizzazione della marijuana a fini terapeutici contro i dolori cronici e altre malattie, riduce del 24,8% il numero di morti per overdose di analgesici, così come fa sapere uno studio americano che ha comparato i dati tra gli Stati che hanno autorizzato la cannabis terapeutica e quelli che non l'hanno autorizzata.“L'uso eccessivo di analgesici e le conseguenti morti per overdose è come una crisi nazionale di salute pubblica”, dice Collen L.Barry, a capo dell'indagine. “Vi via che aumenta la nostra conoscenza dei rischi della dipendenza e le relative overdosi per l'uso eccessivo di analgesici oppiacei come Oxycntin e Vicodina, i pazienti con dolori cronici e i loro medici possono optare per il trattamento del dolore, totalmente o in parte, con l'uso della marijuana medica negli Stati in cui questa è legale”. La ricerca, basata sui dati del Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie (CDC) tra il 1999 e il 2010, è stato pubblicato questa settimana sulla rivista Jama Internal Medicine. In Usa tre Stati (California, Oregon e Washington) hanno legalizzato l'uso terapeutico della marijuana fin dal 1999, altri dieci lo hanno fatto dal 2010 e un'altra decina, oltre a Washington DC, hanno adottato le norme da poco. “In termini assoluti, gli Stati con leggi sulla marijuana terapeutica hanno registrato 1.700 morti in meno per overdose di analgesici oppiacei nel 2010, e si spera che questa tendenza sia stata tale anche prima della legalizzazione”, dice Marcus Bachhuber, ricercatore dell'Università' della Pennsylvania e membro dell'équipe che ha realizzato lo studio. Circa il 60% dei morti per overdose di analgesici oppiacei si manifesta in pazienti con ricette mediche che hanno ottenuto in modo legale. 



“Ho curato il mio cancro con l’estratto di cannabis”, la testimonianza di un 63enne inglese




Mike Cutler, 63enne inglese di Hastings, ha raccontato di aver sconfitto il cancro che l’affliggeva grazie all’estratto di cannabis.


Nel 2009 gli era stato diagnosticato un tumore al fegato, per cui era stato necessario, nel novembre dello stesso anno, un trapianto. Sembrava che tutto si fosse risolto, ma dopo poco più di 3 anni, il tumore si è ripresentatodiffondendosi.


Senza perdere la speranza il signor Cutler ha fatto delle ricerche su internet e si è imbattuto in un video che racconta i vari effetti antitumorali dei cannabinoidi.


Lui racconta che già dopo 3 giorni d’assunzione i dolori da lui definiti insopportabili erano spariti. Nel maggio del 2014 si è recato al Royal Free Hospital di Londra per una biopsia e i medici gli hanno comunicato che le nuove formazioni cancerose erano sparite. Un portavoce dell’ospedale ha confermato che il signor Cutler non abbia ricevuto trattamenti anticancro dal giorno del trapianto nel 2009.


“Quando ho scoperto che ero guarito – ha raccontato al Daily Mail – ero completamente scioccato. Sono un padre di famiglia normale, non un drogato. Ho avuto una grave malattia e la cannabis mi ha curato”.




Ha iniziato a prendere la cannabis dopo aver visto un video online su come potrebbe contribuire a curare la malattia.
Dopo averla acquistata da uno spacciatore, ha iniziato a coltivare le proprie piante, per estrarre l’olio dalle infiorescenze prendendone una capsula al giorno.

Il signor Cutler è oggi protagonista di una campagna per modificare la legge del Regno Unito e consentire l’utilizzo legale di estratti ed altri forme di cannabis in medicina. Di recente è stato uno dei relatori ad un evento sull’uso terapeutico della cannabis insieme al professor David Nutt e a Caroline Lucas del Brighton Community Centre.

La dottressa Kat Arney, responsabile della comunicazione scientifica del Cancer research UK ha spiegato al Daily Mail: “Sappiamo che i cannabinoidi possono avere una serie di effetti diversi sulle cellule tumorali coltivate in laboratorio e nei tumori delle cavie animali ma al momento non abbiamo abbastanza prove da studi clinici per dimostrare che possono trattare in modo sicuro ed efficace il cancro nei pazienti. Nonostante questo siamo consapevoli del fatto che alcuni pazienti affetti da cancro scelgono di curarsi con estratti di cannabis”.

“Queste storie possono aiutare i ricercatori a capire se questi trattamenti possano aiutare o no, anche se questa è una prova debole rispetto alle sperimentazioni cliniche gestite correttamente. Il Cancer Research UK sta sostenendo studi clinici per il trattamento del cancro con estratto di cannabis e un cannabinoide sintetico al fine di raccogliere dati concreti sul modo migliore in cui questi farmaci possono essere usati a beneficio delle persone con il cancro”.


Fonte: Cannabisterapeutica.info


Arriva la marijuana di Stato: sarà prodotta dall’Esercito



Via libera alla coltivazione della cannabis per uso terapeutico La scelta è caduta sullo stabilimento chimico militare di Firenze


La Stampa - Lo Stato produrrà marijuana a uso terapeutico. Per un paradosso della storia, a produrla sarà l’esercito italiano: verrà coltivata dallo stabilimento chimico militare di Firenze. Le origini dell’istituto farmaceutico risalgono al 1853, quando a Torino fu istituito un deposito di Farmacia militare.


Oggi lo stabilimento fiorentino, nato con l’obiettivo di produrre medicamenti per il mondo militare, ha esteso la sua attività anche al settore civile. E ora produrrà i farmaci derivati dalla cannabis attualmente importati dall’estero a costi elevati. Il via libera è stato dato dai ministri della Difesa e della Salute Roberta Pinotti e Beatrice Lorenzin, dopo varie polemiche e rallentamenti. La notizia verrà ufficializzata entro settembre.

Pinotti (Pd) aveva dato da tempo il suo ok. Lorenzin (Ncd) è stata più prudente, non solo per un approccio culturale diverso: soprattutto perchè le questioni che il suo ministero deve affrontare sono diverse e molto delicate dal punto di vista tecnico. Era stato istituito un tavolo di lavoro dove la questione è stata esaminata anche con l’istituto farmaceutico militare. Adesso, spiegano al dicastero della Salute, sono in via di stesura i protocolli attuativi. A questo punto, non è escluso che entro il 2015 i farmaci cannabinoidi saranno già disponibili nelle farmacie italiane.

Eppure questa conclusione non sembrava così pacifica: si temeva da una parte della maggioranza che si aprissero le porte alla liberalizzazione delle droghe leggere. Ma chiarito che non è questo il caso, l’accordo è decollato. Il ministro Lorenzin ha sempre detto che «dal punto di vista farmacologico, non ci sono problemi all’uso terapeutico della cannabis: nessuno mette in dubbio gli effetti benefici, ma va trattato come un farmaco». Insomma, non si tratta di fumarsi una canna, ma di coltivazione e produzione controllata e monitorata da una struttura, addirittura militare.

Il ministro della Salute, che si definisce una persona «open mind» e non chiusa in preconcetti ideologici, come ha dimostrato pure sulla fecondazione eterologa, non accetta che su questa materia si agitino battaglie culturali con l’obiettivo di liberalizzare le droghe leggere. «La mia impressione è che in questo Paese non si riesca a parlare in temi in termini laici e asettici, senza ricominciare a parlare di liberalizzazione».

Diverso è il caso di agevolare l’uso della cannabis a uso terapeutico, in particolare il ricorso ai cosiddetti farmaci cannabinoidi per lenire il dolore nei pazienti oncologici o affetti da HIV e nel trattamento dei sintomi di patologie come sclerosi multipla, sla, glaucoma. Perchè questo è l’obiettivo che porta la svolta di affidare a una struttura militare la coltivazione della marijuana e la produzione dei farmaci derivati.

Molte diffidenze nei confronti del ministro Lorenzin erano venute da ambienti Radicali e anche del Pd. Era stato detto che la responsabile della Salute frenava, rallentava questa soluzione, che invece aveva visto la sua collega Pinotti subito d’accordo.

Il senatore Luigi Manconi del Pd è stato uno dei più critici: rimane ancora diffidente perchè vuole vedere se si andrà fino in fondo in questa scelta. Era stato lui a proporre una legge per consentire la coltivazione della cannabis da parte di soggetti autorizzati, come appunto lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. «In condizioni, quindi, di assoluta sicurezza, ma il ministro Lorenzin ha ritardato nel dare una risposta positiva a fronte di una dichiarazione di consenso da parte del ministro Pinotti».

Adesso la risposta positiva c’è stata e nei prossime settimane verrà dato l’annuncio ufficiale.

Chi in questi anni ha insistito per questa soluzione, come la radicale Rita Bernardni, ha fatto presente i costi altissimi e la difficoltà di reperire i farmaci cannabinoidi. Infatti solo 60 persone in Italia hanno avuto accesso alla cannabis per uso terapeutico attraverso le Asl.

A Napoli la prima fiera internazionale sulla cannabis

CANNABIS: A NAPOLI LA PRIMA FIERA INTERNAZIONALE



Impiego medico della canapa ed il suo utilizzo civile, economico, industriale. Questi i temi che ispirano l'Associazione Canapa in Mostra che per la prima volta a Napoli ha organizzato, dal 31 ottobre al 2 novembre, una Fiera Internazionale della Canapa industriale e Medica(www.canapainmostra.com). L'intento è quello di far conoscere le proprietà preziose, i segreti e i molteplici usi della pianta di canapa.

"Se facilmente associamo questo nome alla cannabis ed ai suoi effetti psicotropi, abbiamo, invece, poca consapevolezza delle innumerevoli potenzialità della pianta, del suo impiego e degli enormi benefici ambientali ed economici dei prodotti che ne derivano (dai tessuti ai materiali edili, dalla carta alle vernici, alle materie plastiche, dal combustibile ad un olio alimentare dalle qualità eccezionali)" si legge in una nota di presentazione. La tre giorni porterà nel capoluogo partenopeo esperti, ricercatori, numerosissimi venditori italiani ed internazionali, oltre che migliaia di curiosi. Sono in programma conferenze, documentari e mostre, ma anche concerti e l'allestimento di stand espositivi.

Tra le tematiche previste dalle varie conferenze: la storia della canapa in Italia e inCampania; limiti e prospettive del suo utilizzo nel risanamento dei suoli inquinati; i vantaggi nell'edilizia e bioedilizia; la canapa terapeutica, casi, diagnosi e applicazione; canapa alimentare, proprietà nutritive; donna e canapa, il ruolo della donna nella canapicoltura. Nel corso della manifestazione sarà allestita la mostra delle opere dell'artista visivo milanese Matteo Guarnaccia, a cura di Francesca Caputo, che per l'occasione ha donato un suo inedito naturalmente ispirato al tema.


Fonte: eolopress.it