Colorado un anno dopo la legalizzazione: meno reati e incidenti, più soldi per l’erario
A 12 mesi dalla legalizzazione nello stato americano anche il governatore Hickenlooper riconosce il buon esito del percorso. Per la polizia i principali pericoli sulle strade sono causati dall'alcol, mentre le denunce sono in calo. Intanto nel 2014 oltre 60 milioni di dollari sono finiti nelle casse pubbliche, superando il tetto previsto: scatterà un rimborso ai cittadini.
Ad un anno dalla legalizzazione della vendita di marijuana, in Colorado si tracciano i primi bilanci. Le previsioni negative dei detrattori si sono rivelate errate, al punto da indurre il governatore dello Stato John Hickenlooper a riconoscere pubblicamente il buon esito del percorso di lancio avviato con il referendum del 2012 al quale lui aveva votato “no”. La tesi di un aumento dei reati, soprattutto contro la proprietà privata, conseguente alla regolazione dell’uso ricreativo e medico della marijuana è risultata falsa e l’Uniform Crime Reporting del Dipartimento di Polizia di Denver ha certificato addirittura un loro calo del 7,9% dall’avvio delle vendite nella contea principale dello Stato. Allo stesso modo si è rivelata sbagliata la previsione di un incremento del pericolo sulle strade, considerato che le statistiche indicano per il 2014 una diminuzione degli incidenti stradali mortali in tutto il Colorado, rispetto all’anno precedente, in linea con un trend costante di riduzione dal 2002 ottenuto con una politica repressiva verso la guida in stato di ebbrezza. Le pene per questo reato prevedono infatti dalla revoca della licenza di guida per 9 mesi, da 600 a 1000 dollari di multa, 96 ore di servizio sociale e fino ad un anno di prigione e le statistiche più aggiornate indicano che nel 2014 solo il 12,5% delle persone sanzionate per guida in stato d’ebbrezza entro il territorio del Colorado aveva superato il limite consentito di 0,05% nanogrammi di Thc (il principio attivo della marijuana) per millilitro di sangue. La maggioranza dei fermati aveva abusato di un’altra sostanza stupefacente legale: l’alcol.
Tra tutte le previsioni sbagliate, quella più favorevole al governatore resta tuttavia l’incasso erariale legato alla cannabis che,“rispettando” l’anticipazione de ilfattoquotidiano.it, ha superato il tetto atteso al punto da costringere Hickenlooper ad un rimborso milionario per i cittadini. Stando infatti ai dati aggiornati ad ottobre, nel 2014 la marijuana ha portato alle casse statali del Colorado 60.128.757 dollari tra tasse, imposte e licenze. Se il trend resterà costante l’anno si chiuderà con circa 75 milioni di dollari di introiti e, grazie al Taxpaye’s Bill of Rights – una legge dello Stato che obbliga la restituzione ai cittadini della quota d’imposte risultata eccedente rispetto all’introito annuale pianificato – quasi la metà di questi (30,5 milioni di dollari) dovranno rientrare nelle tasche dei cittadini tra il 2015 e il 2016.
Le uniche note negative di questo anno post-legalizzazione sono invece correlate all’ingerimento di cibi alla cannabis. Il Children’s Hospital Colorado ha registrato 9 casi di intossicazione da ingestione accidentale ad opera di bambini, dei quali 6 con complicazioni mediche successive. Tuttavia la comparazione con il totale delle visite nella struttura minimizza il dato, se si considera che i casi citati rappresentano solo lo 0,01% del totale. Inoltre nessuna intossicazione è stata registrata nel temuto giorno di Halloween, nonostante fosse stato lanciato l’allarme per una possibile distribuzione di “caramelle corrette” con un quantitativo di Thc superiore al consentito (10 mg) proprio durante l’evento. Unico evento mortale associato alla marijuana (ma non si può definire una vera e propria morte diretta da marijuana) risulta il caso di uno studente del college caduto da un balcone dopo aver inghiottito un quantitativo di biscotti alla cannabis sei volte superiore rispetto al limite citato.
Benché contenuti, questi casi tengono comunque alta l’attenzione delle autorità sul consumo dei “minori” (in Colorado chiunque abbia meno di 21 anni): un punto critico da sempre sotto esame nel monitoraggio governativo degli effetti della legalizzazione e oggetto della recente campagna di sensibilizzazione per i giovani Don’t Be a Lab Rat (Non essere un topo da laboratorio) centrata sulla stigmatizzazione del consumo di cannabis tra i minori, come fonte di effetti indesiderati nel medio-lungo termine. La campagna si appoggia quale ultimo riferimento scientifico su un recente studio australiano pubblicato su The Lancet che ha confermato la correlazione tra il consumo continuativo di marijuana tra i minori di 17 anni e le basse performance negli studi, con una costanza anche negli anni successivi alla fine dell’uso abitudinario.
Prendendo spunto dall’invito della comunità scientifica, molti commentatori americani chiudono l’analisi di questo bilancio annuale segnalando che le conseguenze della legalizzazione in Colorado devono necessariamente essere lette nel medio-lungo periodo, secondo un processo di aggiustamento normativo conseguente ad eventuali fenomeni negativi correlati, ad oggi non riscontrati. Una recente indagine del Denver Post ha infatti attestato che più del 90% dei partecipanti che avevano votato sì al referendum pro-legalizzazione lo rifarebbe ancora. I quasi 700 milioni di ricavi generati dalla vendita di marijuana nel 2014 – prevalentemente ad uso medico – ne sono un motivo non trascurabile.
Ad un anno dalla legalizzazione della vendita di marijuana, in Colorado si tracciano i primi bilanci. Le previsioni negative dei detrattori si sono rivelate errate, al punto da indurre il governatore dello Stato John Hickenlooper a riconoscere pubblicamente il buon esito del percorso di lancio avviato con il referendum del 2012 al quale lui aveva votato “no”. La tesi di un aumento dei reati, soprattutto contro la proprietà privata, conseguente alla regolazione dell’uso ricreativo e medico della marijuana è risultata falsa e l’Uniform Crime Reporting del Dipartimento di Polizia di Denver ha certificato addirittura un loro calo del 7,9% dall’avvio delle vendite nella contea principale dello Stato. Allo stesso modo si è rivelata sbagliata la previsione di un incremento del pericolo sulle strade, considerato che le statistiche indicano per il 2014 una diminuzione degli incidenti stradali mortali in tutto il Colorado, rispetto all’anno precedente, in linea con un trend costante di riduzione dal 2002 ottenuto con una politica repressiva verso la guida in stato di ebbrezza. Le pene per questo reato prevedono infatti dalla revoca della licenza di guida per 9 mesi, da 600 a 1000 dollari di multa, 96 ore di servizio sociale e fino ad un anno di prigione e le statistiche più aggiornate indicano che nel 2014 solo il 12,5% delle persone sanzionate per guida in stato d’ebbrezza entro il territorio del Colorado aveva superato il limite consentito di 0,05% nanogrammi di Thc (il principio attivo della marijuana) per millilitro di sangue. La maggioranza dei fermati aveva abusato di un’altra sostanza stupefacente legale: l’alcol.
Tra tutte le previsioni sbagliate, quella più favorevole al governatore resta tuttavia l’incasso erariale legato alla cannabis che,“rispettando” l’anticipazione de ilfattoquotidiano.it, ha superato il tetto atteso al punto da costringere Hickenlooper ad un rimborso milionario per i cittadini. Stando infatti ai dati aggiornati ad ottobre, nel 2014 la marijuana ha portato alle casse statali del Colorado 60.128.757 dollari tra tasse, imposte e licenze. Se il trend resterà costante l’anno si chiuderà con circa 75 milioni di dollari di introiti e, grazie al Taxpaye’s Bill of Rights – una legge dello Stato che obbliga la restituzione ai cittadini della quota d’imposte risultata eccedente rispetto all’introito annuale pianificato – quasi la metà di questi (30,5 milioni di dollari) dovranno rientrare nelle tasche dei cittadini tra il 2015 e il 2016.
Le uniche note negative di questo anno post-legalizzazione sono invece correlate all’ingerimento di cibi alla cannabis. Il Children’s Hospital Colorado ha registrato 9 casi di intossicazione da ingestione accidentale ad opera di bambini, dei quali 6 con complicazioni mediche successive. Tuttavia la comparazione con il totale delle visite nella struttura minimizza il dato, se si considera che i casi citati rappresentano solo lo 0,01% del totale. Inoltre nessuna intossicazione è stata registrata nel temuto giorno di Halloween, nonostante fosse stato lanciato l’allarme per una possibile distribuzione di “caramelle corrette” con un quantitativo di Thc superiore al consentito (10 mg) proprio durante l’evento. Unico evento mortale associato alla marijuana (ma non si può definire una vera e propria morte diretta da marijuana) risulta il caso di uno studente del college caduto da un balcone dopo aver inghiottito un quantitativo di biscotti alla cannabis sei volte superiore rispetto al limite citato.
Benché contenuti, questi casi tengono comunque alta l’attenzione delle autorità sul consumo dei “minori” (in Colorado chiunque abbia meno di 21 anni): un punto critico da sempre sotto esame nel monitoraggio governativo degli effetti della legalizzazione e oggetto della recente campagna di sensibilizzazione per i giovani Don’t Be a Lab Rat (Non essere un topo da laboratorio) centrata sulla stigmatizzazione del consumo di cannabis tra i minori, come fonte di effetti indesiderati nel medio-lungo termine. La campagna si appoggia quale ultimo riferimento scientifico su un recente studio australiano pubblicato su The Lancet che ha confermato la correlazione tra il consumo continuativo di marijuana tra i minori di 17 anni e le basse performance negli studi, con una costanza anche negli anni successivi alla fine dell’uso abitudinario.
Prendendo spunto dall’invito della comunità scientifica, molti commentatori americani chiudono l’analisi di questo bilancio annuale segnalando che le conseguenze della legalizzazione in Colorado devono necessariamente essere lette nel medio-lungo periodo, secondo un processo di aggiustamento normativo conseguente ad eventuali fenomeni negativi correlati, ad oggi non riscontrati. Una recente indagine del Denver Post ha infatti attestato che più del 90% dei partecipanti che avevano votato sì al referendum pro-legalizzazione lo rifarebbe ancora. I quasi 700 milioni di ricavi generati dalla vendita di marijuana nel 2014 – prevalentemente ad uso medico – ne sono un motivo non trascurabile.
Fonti: www.ilfattoquotidiano.it
La Marijuana fa Ricco il Colorado
La seconda epoca d’oro del Colorado inizia il 1 gennaio 2014 quando la Corte di Denver legalizza ufficialmente la marijuana in tutto lo Stato. Da quel giorno è affluito nelle casse del Colorado un vero e proprio fiume di denaro, precisamente 184 milioni di $ che dovrebbero diventare 610 milioni entro il 30 giugno 2015 (1 Miliardo di $, contando anche la marijuana a fini medici)
Non c’è pericolo che questi soldi finiscano in mani sbagliate: il Fiscal Budget del 2015-2016 è già pronto e i contribuenti del Colorado vi hanno trovato una sorpresa. Il Marijuana Tax Cash Fund. permetterà un taglio diretto delle tasse corrispondete a 30,5 milioni di $, e sarà seguito da investimenti che faranno risparmiare ai cittadini migliaia di dollari. Qui i 3 principali:
33,6 milioni saranno prelevati per rinforzare i controlli su produttori e commercianti di “pot”. Le statistiche infatti fanno suonare l’allarme: il 29,9% dei produttori rifornisce ben il 90% dei consumatori.
45,5 milioni saranno stanziati per finanziare programmi di educazione, borse di studio e un fondo di sostegno per ogni studente del Colorado.
40,4 milioni saranno destinati al recupero dei tossicodipendenti da droghe leggere e pesanti.
Il governatore democratico John Hickenlooper può quindi dormire sonni tranquilli: ” Le performance economiche del Colorado continuano a superare quelle della media nazionale. La disoccupazione è scesa al 4,7%, la più bassa dal 2008. Il futuro è roseo” . Ovviamente questi risultati non derivano solo dalla tassazione sulla vendita di marijuana, ma ormai il contributo del settore all’economia è rilevante.
I detrattori della marijuana non mancano tuttavia nemmeno in Colorado. C’è paura che la situazione possa sfuggire di mano, che i turisti (in gran parte californiani) trasformino lo Stato delle montagne innevate e dei canyon in un grande coffee shop. Il timore maggiore è che la fascia di popolazione che fa uso quasi quotidiano dello stupefacente possa scivolare nella tossicodipendenza. Il 67% della domanda è assorbito dal 21% dei consumatori. “Best customers are the problem users”, così hanno concluso dal Marijuana Policy Group del Dipartimento delle Entrate del Colorado. E se, dopo la legalizzazione, il Colorado è diventato uno degli States con meno arresti per marijuana (2,800 ogni 100mila abitanti), è anche vero come sia uno dei maggiori consumatori pro capite: 9000 persone su 100mila.
Tra buoni propositi e qualche problema all’orizzonte, la gestione della Gold, o meglio, Green Rush ha attratto gli occhi degli altri Stati dove la marijuana è legalizzata: Washington DC, Alaska e Oregon. E, a Seattle (Washington), dove “l’erba” diventerà legale dalla metà del 2015, le autorità stanno già facendo i conti: 190 milioni di tasse solo per i primi 4 anni.
Fonte: www.smartweek.it
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