Cannabis terapeutica, la situazione in Italia.

Marijuana curativa: la situazione in Italia



Un nuovo studio condotto dalla Harvard medical school e pubblicato sulla rivista scientifica “Neurology”
ha dimostrato come l’utilizzo di cannabis riesca ad alleviare alcuni sintomi della sclerosi multipla. L’effetto migliore si è ottenuto facendo assumere ad alcuni volontari, marijuana, sotto forma di pillole o spray.

Queste ultime conclusioni avvallano le precedenti che indicavano la cannabis come una alternativa valida alle cure tradizionali. Già da tempo, infatti, l’Associazione cannabis terapeutica, sosteneva che questa sostanza fosse utile nel contrastare l’emicrania e per rallentare la crescita di alcuni tumori oltre che ad alleviare i sintomi di malattie croniche quali la sindrome di Crohn o quella di Tourette.

I pareri degli esperti, in ogni caso, rimangono discordanti a attualmente il Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, ammette solo tre indicazioni terapeutiche per i farmaci derivanti dalla cannabis: la nausea ed il vomito conseguenti alla chemioterapia, la stimolazione dell’appetito in soggetti anoressici o malati di Aids, per contrastare gli spasmi causati dalla sclerosi multipla.


Risale al 23 febbraio 2013 il decreto del Ministero della Salute che permette ai medici di prescrivere farmaci a base di cannabis ma fino ad oggi questi ultimi possono essere prescritti solo dalle farmacie ospedaliere di quattro regioni: Toscana, Veneto, Marche e Puglia. I tempi sono però abbastanza lunghi per ottenere il farmaco in quanto la procedura prevede che, una volta ottenuta la prescrizione, si debba fare richiesta al Ministero della Salute e dopo che si è ottenuto l’OK la Asl si occupa di far partire l’ordine alle aziende straniere che inscatoleranno la cannabis. Il rischio, anzi la certezza, è di incentivare un mercato nero o che ognuno decida arbitrariamente di coltivare la cannabis sul proprio balcone.