Marijuana per scopi terapeutici: forse si potrà coltivare anche in Italia.

Dal Ministero della Salute arrivano importanti segnali di apertura per la coltivazione di cannabis e la produzione di farmaci cannabinoidi all'interno del Paese.


I pazienti che oggi hanno bisogno di curarsi con la marijuana terapeutica possono arrivare a spendere anche 40 euro al grammo e ben 700 euro per un solo mese di terapia. La causa di questi costi eccessivi – per pagare una sostanza naturale che in sé non implicherebbe particolari difficoltà di coltivazione e di produzione – è il fatto di dover importare i farmaci dall’estero. Nel nostro Paese, infatti, pur essendo stata autorizzata dal 2006, la cannabis terapeutica non viene coltivata all’interno del territorio e i medicinali a base di cannabinoidi arrivano dall’Olanda.

Attualmente la coltivazione della marijuana per scopi scientifici è stata concessa soltanto al Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura) di Rovigo, affinché ne vengano studiati gli effetti terapeutici sull’organismo in diverse patologie. Per assurdo, però, dopo aver effettuato le varie osservazioni, questi laboratori sono obbligati a distruggere tutta la produzione di cannabis a causa di una normativa che oramai è del tutto inadeguata.
Ecco perché il consigliere regionale della Toscana Enzo Brogi (Pd) ha espressamente chiesto al Ministro della salute Lorenzin e al Ministro della difesa Pinotti di attuare la sua proposta, ovvero quella di autorizzare due centri di ricerca nazionali eccellenti, il Cra e l’Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze, a produrre per l’Italia la cannabis terapeutica necessaria alla realizzazione di farmaci simili al Sativex o al Bedrocan, utilizzati nella cura di alcune malattie come ad esempio la sclerosi multipla.

Il Ministro Beatrice Lorenzin, in risposta all’appello di Brogi, ma anche alla petizione sulla stessa questione arrivata dal presidente della Commissione per i Diritti Umani, Luigi Manconi, ha mostrato di essere innanzitutto consapevole dei benefici che si possono trarre dalle terapie a base di cannabinoidi, e aperta alle varie proposte per trovare una soluzione per tutti pazienti che necessitano di questi farmaci, anche con la collaborazione dell’Aifa.
La Ministra, tuttavia, ha sottolineato che c’è bisogno anche di chiarezza sulla questione, facendo ben distinzione tra la cannabis fumata a scopo ricreativo e la marijuana terapeutica ad uso farmaceutico e farmacologico. La produzione deve quindi essere fatta in modo controllato e rigorosamente monitorato e la cannabis deve essere trattata come un farmaco.