Uruguay, marijuana libera e fisco ricco.

La liberalizzazione della cannabis nel paese sudamericano portano tutti a ripensare le politiche proibizioniste


L'Uruguay ha legalizzato l'intera filiera della marijuana, giacchè dal prossimo mese di aprile i cittadini del paese sudamericano potranno coltivare, comprare e consumare il derivato della canapa indiana. Per il presidente uruguagio Jose Mujica, che ha sostenuto fin dai primi passi la legge hce liberalizza la marijuana, si tratta di una "scelta strategica alternativa" alla costosa guerra al traffico di droga promossa dagli Stati Uniti negli ultimi decenni, guerra che finora, soprattutto nei Paesi del Centro e Sud America, ha portato a conseguenze distruttive e a scarsissimi risultati.

I LIMITI - Gli uruguaiani maggiorenni potranno dunque acquistare fino a 40 grammi di marijuana al mese da farmacie autorizzate (a patto di permettere alle autorità di monitorare i loro acquisti), monchè coltivare fino a sei piante di cannabis a casa propria. Sarà inoltre possibile formare club con un massimo di 45 membri dove fumare marijuana. I club, a loro volta, potranno coltivare fino a 99 piante di cannabis all’anno.

I VANTAGGI ECONOMICI - Secondo i sostenitori della legge, la liberalizzazione avrà diversi vantaggi anche e soprattutto dal punto di vista economico: innanzitutto perchè le casse dello Stato potranno incamerare le tasse sulla vendita della marijuana in una percentuale simile a quelle che ad oggi sono le corpose spese per la lotta al commercio illegale (dunque non solo un modo per far venire a galla un commercio totalmente sommerso, ma anche un risparmio tangibile). Inoltre potrà beneficiare di un ritorno economico dalla sensibile riduzione della popolazione carceraria, giacchè va considerato che ad oggi ben un terzo dei detenuti dell’Uruguay sta scontando una pena legata al traffico di stupefacenti.

IL DIBATTITO - La scelta uruguayana sta creando un notevole dibattito nelle stanze del potere di tutto il mondo, perchè in tempi di pesante crisi economica e finanziaria le spese per sterili (per risultati raggiunti) politiche proibizioniste iniziano a pesare sui bilanci. Secondo Time, che lo scorso agosto aveva dedicato un articolo all’argomento, la scelta dell’Uruguay e la presa di posizione del suo presidente obbligano tutti i rappresentanti politici degli altri Paesi a riconsiderare il proprio astensionismo. A partire dagli Usa, dove alcuni stati come il Colorado e Washingtonl’uso e il commercio di cannabis sono stati legalizzati sulla spinta della pressione popolare.

UNA MEDICINA PER L'EUROPA? - E se il dibattito interessa le Americhe, non può evidentemente lasciare insensibile l'Europa strozzata da una crisi economica senza precedenti. Vari esperimenti si sono già visti in Olanda, mentre altrove (in Gran Bretagna per esempio) una tolleranza sostanziale ha prevalso sulla liberalizzazione vera e propria. Ma il problema è sul tavolo e riguarda i proibizionismi in generale, perchè non va dimenticato che la Germania - riconosciuta locomotiva del vecchio Continente - incassa a livello fiscale ben 4 miliardi di euro (la somma che ha fatto ammattire noi per l'eliminazione dell'Imu sulla prima casa) dalla prostituzione legalizzata.




Cannabis terapeutica, ora si pensa alla produzione

Cannabis terapeutica, adesso si pensa al sistema di produzione.


Lo zoccolo duro del proibizionismo Appurato che la canapa abbia effetti benefici su molte patologie -riduce la nausea durante la chemioterapia e nei malati di Aids, e allevia i dolori provocati dalla sclerosi multipla- adesso si pone il problema della produzione. Da circa settant’anni infatti, per via del proibizionismo, l’uso della cannabis come rimedio farmacologico è stato ridotto al minimo.

Ora cosa cambia Adesso si mescolano nuovamente le carte in tavola, e in Parlamento si discute sul fattore produzione. Occorre quindi regolare ‘la filiera’ della marijuana dalla produzione al bancone della farmacia, così l’esponente Pd Salvatore Capone, primo firmatario di un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro Lorenzin: “E’ importante giungere ad una Legge Quadro nazionale che accolga la valenza terapeutica della cannabis, ne regolamenti l’uso, e possa prevederne anche la produzione per sconfiggere i fenomeni di mercato nero che i pazienti denunciano o l’impossibilità ad usufruire dei farmaci, considerato il loro costo altissimo e la difficoltà enorme nel reperirli sul mercato italiano. Ci sono le Disposizioni Ministeriali del 2007 firmate dall’allora Ministro Livia Turco, ci sono le Leggi regionali, ci sono le pubblicazioni scientifiche, e decine e decine di associazioni che si battono in questa direzione”.

Eliminare le differenze tra Regioni “E’ necessario -rimarca Capone- che il Governo riduca e risolva anche le difformità legislative da Regione a Regione, consentendo ai pazienti affetti da gravi e gravissime patologie di poter ricorrere in piena tranquillità e in piena sicurezza ai farmaci cannabinodi, secondo la corretta prescrizione medica e permetterne l’utilizzo sotto il controllo medico sconfiggendo in tal modo la necessità di ricorrere al mercato nero”

Gli effetti benefici che non ti aspetti Studi e ricerche sono ancora in corso, dunque non ci sono pareri definitivi in campo medico tuttavia pare che la canapa, grazie ai cannabinoidi -suoi principi attivi-sia un valido aiuto contro infezioni, allergie, depressione, ansia, epilessia e diabete. Effetti benefici anche nella lotta contro il cancro: secondo una ricerca effettuata negli Usa questa pianta sarebbe in grado (il condizionale è d’obbligo) di rallentare il proliferare delle cellule tumorali di polmoni, seno e cervello.

Torino è stata la prima città italiana a dire ‘Sì’ al consumo e alla produzione




Legalizzazione della Cannabis a Winterthur

Il Consiglio comunale di Winterthur ha approvato il progetto pilota: consumo e commercio di Cannabis legali!



Nella seduta della settimana scorsa del Consiglio comunale di Winterthur, è stato approvato con 26 a 25 voti il progetto pilota che prevede la legalizzazione del consumo e del commercio della Cannabis per un determinato lasso di tempo. Sono i Consiglieri comunali Katrin Cometta-Müller del Partito Verde-liberale e Marc Wäckerlin die Pirati ad aver presentato il postulato.

Il Consiglio comunale durante il dibattito si è diviso in due parti, mentre i partiti di sinistra erano favorevoli al fumo legale, i partiti borghesi si sono espressi contro questa idea. Così anche gli argomenti erano molto diversi, Rolando Keller dell’UDC ad esempio ha detto che “Con le piante di allora una legalizzazione era fattibile, ma oggi è intollerabile” riferendosi al fatto che il contenuto di THC (Delta 9 tetraidrocannabinolo, il più importante componente psico attivo della pianta di cannabis) oggi sarebbe molto più alto di vent’anni fa. Al contrario, Wäckerlin sostiene che il divieto della Cannabis non avrebbe alcun senso, come il divieto di alcool.

L’assessore della città Nicolas Galladé del PS ha detto che il progetto non può essere messo in atto subito, infatti prima sarebbe da verificare se la partecipazione al progetto pilota sotto la legge svizzera può essere effettuata.



Fonte: lapagina.ch

Il Marocco pensa alla liberalizzazione della cannabis

In Marocco sta aumentando la pressione per la liberalizzazione della cannabis che specie nel nord del paese è un affare molto redditizio



Il Partito Autentichità e Modernità (PAM) del Marocco, sta cercando di rafforzare la propria iniziativa in favore della legalizzazione della cannabis.

Tre mesi dopo la storica conferenza in Parlamento per lanciare il dibattito, il Partito si appresta a riunire migliaia di coltivatori di cannabis. Ad annunciare l’assemblea – che si terrà il 5 aprile a Bab Berred, in provincia di Chefchaouen, e che ospiterà circa 2 mila agricoltori – è Hakim Benchemass, portavoce e presidente del consiglio nazionale del partito. Un altro incontro si terrà a Issaguen, nella regione del Ketama.

«Questi incontri – ha spiegato Benchemass – rientrano nel quadro dei nostri sforzi per la risoluzione di una questione molto delicata, che non deve essere oggetto di strumentalizzazioni politiche». Secondo le cifre del ministero dell’Interno sarebbero circa 48 mila i coltivatori di cannabis che vivrebbero nelle montagne in clandestinità.




Sì alla cannabis terapeutica in Sicilia

Nella seduta della giunta regionale di oggi sarà presentato un atto amministrativo che autorizza e regola l'uso



CATANIA - Sì alla cannabis per uso terapeutico in Sicilia. Nella seduta della Giunta regionale di oggi, secondo indiscrezioni, dovrebbe presentare un atto amministrativo per rendere legale l'uso della cannabis per uso terapeutico, cioè per erogare i farmaci cannabinoidi. Viene evitata la presentazione di una legge che potrebbe incorrere nell'impugnativa.

Una scelta forte che non mancherà di provocare dibattito tra fronti diversi, tra chi nutre dubbi sul suo uso terapeutico, chi presenta le esperienze positive in altri Paesi e ricorda che la cannabis è usata da 4mila anni, chi teme l'uso indiscriminato e la scorciatoia verso la liberalizzazione. Di poche settimane fa sono le polemiche sulle quali è intervenuto a fare chiarezza il ministro della Salute Beatrice Lorenzin dopo a mancata impugnativa della legge regionale dell'Abruzzo sulla cannabis terapeutica. Il ministro ha precisato che «è una non notizia, in Italia l'uso terapeutico di cannabinoidi è pienamente legittimo. Le Regioni possono poi decidere di porre il relativo costo a carico del Servizio Sanitario Regionale. Ciò è già stato deciso in molte Regioni».

Pochi giorni fa è arrivato l'ok della commissione Sanità dell'assemblea legislativa dell'Umbria - l'ottava regione in Italia - alla proposta di legge «Disposizioni per la somministrazione ad uso terapeutico dei farmaci cannabinoidi» che arriverà in Aula per il voto finale, l'ultima di una serie di Regioni che, dando attuazione concreta al decreto ministeriale del 2007 sul riconoscimento dei farmaci cannabinoidi, ha deliberato sul tema per prevedere rimborsabilità e costi a carico del Ssn.

La prima è stata la Toscana con l'approvazione da parte del Consiglio regionale della legge per facilitare l'utilizzo di farmaci con cannabinoidi nella cura di specifiche malattie come la sclerosi multipla, la depressione o il glaucoma. Il via libera all'unanimità alla proposta di legge sull'erogazione dei farmaci a base di cannabinoidi è arrivato anche nel consiglio regionale della Liguria, poi a deliberare in materia sono state anche il Friuli Venezia Giulia, le Marche e il Veneto, dove è stata approvata la distribuzione gratuita negli ospedali e nelle farmacie di farmaci e preparati galenici a base di cannabinoidi. Nella stessa direzione le regioni Puglia, Abruzzo e Umbria. Adesso tocca alla Sicilia affrontare un tema delicato che viene incontro alle sofferenze di molti malati, ma che per molti è un primo passo per la legalizzazione delle "canne". L'uso di cannabinoidi nella terapia del dolore è previsto per malattie gravi come sclerosi, neoplasie, Alzheimer e Parkinson che i medici possono prescrivere laddove altri farmaci siano inefficaci. Molti medici prescrivono già farmaci come oppiacei, metadone, morfina.

Qualche giorno fa il presidente della commissione Ambiente della Camera Ermetere Realacci ha presentato una legge (AC 76) per facilitare e disciplinare l'utilizzo di farmaci contenenti derivati, naturali e sintetici, della cannabis a fini terapeutici nell'ambito del Ssn. «Per garantire a tutti i cittadini il diritto alla salute e alla libera scelta della terapia, tanto più in casi di gravi patologie».



Le mille armi della canapa nel combattere l’inquinamento

Le mille armi della canapa nel combattere l’inquinamento: dalla fitorimediazione al sequestro di CO2



Le recenti notizie a riguardo della terra dei fuochi, nate dai verbali desecretati del pentito Carmine Schiavone, gettano una nuove luce sulla tragica situazione campana. O perlomeno hanno dato l’ufficialità ad una situazione conosciuta da anni ma non compresa nella sua gravità. Fatto sta che nel discutere dei rimedi possibili, si è parlato delle possibilità della canapa nel combattere l’inquinamento.

La canapa è una pianta che può aiutare l’ambiente in mille modi, sia durante la coltivazione, sia durante il suo successivo utilizzo. Come ricorda Michele Castaldo, membro del consiglio direttivo diAssocanapa e referente per le Regioni Campania e Calabria, “gli effetti immediati della filiera sono molteplici. Tra questi spiccano la riduzione dell’uso di pesticidi, fitofarmaci e diserbanti; la riduzione del consumo idrico in agricoltura; bonifica dei siti in cui è sconsigliato coltivare prodotti per l’alimentazione umana o animale; riqualificazione dei terreni sani e tutela dei prodotti; tutela della salute; ristorazione delle aziende agricole coinvolgendole nella filiera; favorire la ricerca di enti e istituti di ricerca; oltre che la produzione di materia prima per prodotti necessari alla riqualificazione energetica degli edifici. Tutti prodotti che non presenteranno mai problemi di riciclo”.

“Si attiva quindi – continua Castaldo – un processo di fitobonifica, miglioramento della fertilità dei suoli, azione di contrasto alla deforestazione e desertificazione, riqualificazione energetica delle abitazioni e un’importante azione di cattura e sequestro di anidride carbonica. Quest’ultima azione avviene tramite varie fasi. In fase di crescita cattura CO2, utilizzata in edilizia sequestra CO2 e utilizzata nella riqualificazione energetica degli edifici riduce le emissioni di CO2” . Gli edifici infatti hanno un ruolo centrale nel raggiungimento dei target sul taglio delle emissioni che l’Unione europea si è data al 2020. Essi, infatti, rappresentano circa il 40% dell’energia primaria che viene consumata.

Ultimamente si parla spesso delle potenzialità della canapa nel processo di fitorimediazione ofitorisanamento (phytoremediation). In generale si tratta di un processo per il quale, tramite l’azione di assorbimento dell’apparato radicale della pianta, vengono estratti dal terreni componenti organici o inquinanti come i metalli pesanti. Si può applicare anche alle acque e all’aria, non solo per quello che riguarda l’anidride carbonica ma anche ossido di azoto, ozono e gli inquinanti che costituiscono il cosiddetto indoor pollution. Dopo essere stati assorbite, le sostanze vengono o metabolizzate e trasformate in qualcos’altro (fitometabolizzazione) o stoccate (fitodeposito) o recuperate (fitoestrazione) come si può fare con piombo zinco e ferro.

Riguardo la canapa nella fitorimediazione, come segnalato da Katja Zaccheo su Lavocedimanduria.it,“esistono già autorevoli studi e alcuni significativi precedenti di applicazione pratica. Dal 1993 nella zona interessata dagli effetti devastanti di Chernobyl, dal 1994 in Polonia per il risanamento dei terreni inquinati dai metalli pesanti residuati dal ciclo produttivo della metallurgia e in Italia la sua coltivazione inizia a farsi spazio nei terreni inquinati della Campania, in quelli di Porto Marghera nel Veneto e in Puglia”.

Grazie all’azione di CanaPuglia il progetto di bonifica si applicherà anche a Taranto, nei terreni della nota masseria del Carmine, simbolo del dramma della comunità tarantina dove furono abbattuti centinaia di capi di bestiame in seguito alla contaminazione da diossina contenuta anche nelle carni oltre che nel latte. All’interno del progetto C.A.N.A.P.A. (Coltiviamo Azioni per Nutrire, Abitare, Pulire l’Aria), come spiegato da Marcello Colao, membro del team CanaPuglia, nonché ingegnere ambientale socio dell’Abap (Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi), è prevista la creazione di una green belt (cintura verde) di canapa che circondi l’imponente polo industriale ionico “per contribuire alla bonifica dei siti contaminati producendo al contempo materia prima utile nei settori non alimentare”.

Inoltre nei giorni scorsi, a seguito della festa regionale di FareAmbiente Campania, il Coordinatore Regionale Francesco Della Corte, d’intesa con il Presidente Nazionale Vincenzo Pepe e i coordinatori provinciali, ha inviato una nota all’Assessore Regionale all’Agricoltura Daniela Nugnes, per sottoporgli delle proposte operative, come il procedere alle coltivazioni no food come la pawlonia e la canapa.

In tutto questo l’associazione Lucanapa ha deciso di finanziare un progetto in questo senso per rendere partecipe la comunità circa lo stato dei terreni nei pressi delle attività petrolifere e contemporaneamente dare un’opportunità di rinascita all’agricoltura con colture no food (fibra, biomassa ecc) migliorando l’ambiente grazie alle proprietà fitoestrattive della Cannabis Sativa. L’obiettivo dell’associazione è di raggiungere 10mila euro per finanziare una borsa di studio all’Unibas e coprire i costi della ricerca attraverso la campagna “Adotta un canapone”.




Giamaica verso la depenalizzazione della cannabis

Quest'anno la Giamaica depenalizzerà la marijuana? E' quello che si sta discutendo proprio in questo periodo in Giamaica.



Negli ultimi mesi in Giamaica ci sono state delle ipotesi di una possibile depenalizzazione della marijuana, e adesso sembra che finalmente sia arrivato il momento.

Il 6 marzo su il servizio di notizie MercoPress, il 
leader della nazione Caraibica Cannabis Commercio e Medicinali Research Taskforce (CCMRT), Dealana Seiveright, cita una dichiarazione del ministro Phillip Paulwell: "Quest'anno la ganja sara depenalizzata in Giamaica. "


Lo scorso anno, la Comunità Caraibica (CARICOM), i paesi hanno accettato di discutere la questione questo fine mese al vertice tra una riunione di St. Vincenti e il Grenadines.

Il primo ministro Ralph Gonsalves chiede ai suoi colleghi leader, un dibattito sulla questione.
I leader regionali, invece, hanno accettato di condurre ulteriori ricerche sulle conseguenze legali e sanitarie della marijuana terapeutica.

Tutto ciò sembra un po' lontano da una risposta positiva, dato che i governi Giamaicani hanno ignorato a lungo le raccomandazioni dei propri gruppi di esperti nominati sulla questione depenalizzazione.
Il CCMRT, prevede una coalizione e l'alleanza nazionale per la legalizzazione della marijuana.


A giudicare dalla sfilza implacabile di reazioni editoriali anti-marijuana e dalle lettere in "Jamaica Observer" e in "Jamaica Gleaner", ci sarà  ancora molta resistenza alle iniziative pro-legalizzazione della cannabis.


Lo staff di Liberate Maria

Umbria: cannabis terapeutica, arriva il primo si.

Cannabis a scopo terapeutico, arriva il primo sì: presto il voto in consiglio regionale


Passa con una sola astensione in commissione la proposta di Stufara finalizzata all'uso nel campo delle cure palliative

La commissione Sanità del Consiglio regionale dell’Umbria ha espresso voto favorevole (con la sola astensione di Zaffini-FdI) sulla proposta di legge che prevede la somministrazione ad uso terapeutico dei farmaci cannabinoidi (di iniziativa Stufara Prc-Fds). L’atto arriverà in Aula in tempi brevi per il voto finale dell’Assemblea.

Il testo La proposta riconosce il diritto di ogni cittadino ad usufruire di tali terapie, dietro prescrizione medica e nel rispetto delle normative nazionali al riguardo e prevede che la Regione permetta l’erogazione gratuita, in quanto a carico del Sistema sanitario regionale, dei farmaci cannabinoidi nei protocolli dei servizi di cure palliative e terapie del dolore,

Piano terapeutico La somministrazione avverrà sulla base di un piano terapeutico redatto da un medico specialista, dopo di che i farmaci potranno essere prescritti anche dai medici di famiglia. L’erogazione dei farmaci cannabinoidi potrà avvenire in ambito ospedaliero e in ambito domiciliare. La Giunta regionale potrà stipulare convenzioni con i centri e gli istituti autorizzati, ai sensi della normativa statale, alla produzione o alla preparazione dei farmaci cannabinoidi. Per ridurre il costo di tali farmaci, attualmente importati dall’estero, l’Esecutivo regionale è autorizzato ad avviare azioni sperimentali o specifici progetti pilota con altri soggetti autorizzati, secondo la normativa vigente, al fine di produrre farmaci cannabinoidi. La norma finanziaria della legge prevede che gli oneri siano sostenuti con le risorse del Fondo sanitario regionale.

Comitato tecnico-scientifico Verrà istituito un Comitato tecnico-scientifico composto da un dirigente della struttura regionale competente, un medico esperto in terapia del dolore e cure palliative, due rappresentanti delle farmacie convenzionate, un farmacologo che abbia condotto ricerche, opportunamente documentate, sulle sostanze cannabinoidi e altri farmaci antidolorifici, due rappresentanti delle associazioni dei malati destinatari di tali terapie, un rappresentante delle associazioni dei farmacisti preparatori, un esperto legale, un esperto della comunicazione di massa. Ai componenti del comitato non spetta alcun compenso.
La Giunta regionale potrà avvalersi anche del Comitato tecnico-scientifico per assicurare livelli uniformi di accesso e di erogazione dei farmaci cannabinoidi, definire protocolli attuativi della presente legge, promuovere campagne di informazione alla popolazione sulle problematiche del dolore e sulla rete delle strutture deputate alla terapia del dolore e alle cure palliative, rilevare eventuali criticità, con particolare riferimento alle problematiche inerenti l’acquisizione e l’erogazione dei farmaci cannabinoidi, predisporre corsi di aggiornamento e formazione per gli operatori sanitari interessati, individuare e suggerire i filoni di ricerca scientifica finalizzata alla sperimentazione clinica dell’efficacia della cannabis nelle patologie neurologiche, infiammatorie croniche, degenerative, autoimmunitarie e psichiatriche.




MAIONESE ALLA CANNABIS

In Olanda la maionese alla cannabis.




L'Olanda, ed Amsterdam in particolare, può essere definito come il paese dei balocchi per gli amanti della marijuana ed ogni anno è meta di un numero sempre crescente di turisti.

In città sono presenti una miriade di coffee-shop dove è possibile fumare liberamente e legalmente ma, da oggi, sarà possibile assaggiare anche una salsa decisamente particolare: la maionese alla cannabis.

Una nota catena di negozi olandesi, specializzata nella vendita di patatine fritte, ha infatti creato una salsa di maionese aromatizzata alla cannabis.

Vi diciamo sin da subito che all'interno del composto non è presente il THC, ossia il principio attivo della cannabis, bensì tutto il gusto ed il sapore inconfondibile della marijuana.

Il proprietario della catena di negozi ha così spiegato l'idea di mettere a punto una salsa alla cannabis: "Si tratta solamente del gusto. Ci siamo specializzati in salse e vogliamo sempre diversificare. Ho avuto l'idea perché sento l'odore della cannabis dal coffee-shop di fronte al mio negozio ad Amsterdam, ogni giorno".




Cannabis, gli Usa autorizzano la ricerca.

Autorizzati gli studi per curare la sindrome da stress dei veterani.


Quasi a confermare il cambiamento di atteggiamento nei confronti della cannabis negli Usa, che ha portato in alcuni Stati anche alla vera e propria legalizzazione, anche il 'tabù' della ricerca sui derivati di questa sostanza è caduto.
Per la prima volta nella storia è stato dato il via libera a condurre un test clinico per studiarne gli effetti sulla Sindrome da Stress post traumatico (Ptsd), in particolare dei veterani di guerra.
La richiesta dell'Università dell'Arizona, che ha intenzione di testare gli effetti di cinque diverse concentrazioni di principio attivo per verificare quale sia la più efficace, era stata già accettata dalla Food and drug administration (Fda), ma da diversi mesi attendeva il via libera del Department of health and human services, che gestisce l'unico dispensario nazionale, e che è arrivato quasi a sorpresa.


APPROVATO LO STUDIO DAL GOVERNO. «Stiamo lavorando da 22 anni per poter fare ricerca attiva sulla marijuana, ed è la prima volta che otteniamo il permesso federale di acquistarla», ha spiegato la Multidisciplinary association for psychedelic studies, una associazione di ricercatori in questo campo. «Per quanto ne sappiamo è la prima volta che il governo federale approva uno studio che coinvolge questa sostanza. Fino a questo momento gli ostacoli a questo tipi di ricerca sono stati insormontabili».

UTILE PER LA TERAPIA DEL DOLORE. La marijuana terapeutica e i suoi derivati sono usati per la terapia del dolore e per evitare gli spasmi e la nausea associati a diverse patologie, come la sclerosi multipla.
«Il principio attivo della cannabis, il Thc, è un analogo di una sostanza già prodotta dall'organismo, l'anandamide, il cui nome deriva dal sanscrito 'ananda' che vuol dire 'beatitudine interiore'», ha spiegato Giorgio Racagni, direttore del dipartimento di Scienze farmacologiche dell'Università di Milano, «e ha proprietà ansiolitiche, sedative ed euforizzanti».


«Le sue potenzialità contro lo stress, in particolare quello dopo un trauma, sono ottime, e uno studio scientifico controllato che le misuri è ampiamente giustificato. Questo però non deve essere confuso con l'uso ludico, che è dimostrato avere gravi effetti collaterali soprattutto sui giovani e ad alte dosi». Secondo l'esperto è possibile che nei prossimi anni aumentino gli studi che coinvolgono queste sostanze.
«È da poco che si conoscono bene le caratteristiche dei recettori nel cervello della sostanza e dei suoi agonisti e antagonisti, ha sottolineato Racagni, «per cui le potenzialità sono ancora molte anche in campo psicologico. Bisognerà poi fare il confronto con gli psicofarmaci tradizionali per verificare se sono un'alternativa migliore».



I Sadhu e la cultura del Charas

I Sadhu e il loro utilizzo del Charas 



I Sadhu sono gli uomini sacri che viaggiano seminudi e cosparsi di cenere per le strade dell’India. Hanno abbandonato tutto: una casa dove riposare, i legami affettivi, il denaro, gli oggetti più o meno superflui con cui trastullarsi. Possiedono soltanto un bastone, che usano per appoggiarsi quando si arrampicano sulle montagne dell’Himalaya o per cacciare via i cani randagi, e una ciotola in cui raccolgono il riso che viene loro offerto. Sembrerebbero simili agli sfortunati vagabondi occidentali che sempre più numerosi galleggiano sulle grigie superfici delle nostre città, ma non è così: la loro miseria è volontaria, il loro distacco dal mondo è frutto di una scelta spiritualmente orientata. Sono un po’ come dei san Francesco, ma anziché pregare il Dio cristiano si concentrano su Shiva e su Vishnu.

Ebbene, direte voi, cosa c’è di strano o di straordinario in tutto questo? La cosa sorprendente è che mentre san Francesco e i monaci medievali sono scomparsi da oltre 700 anni, i Sadhu sono qui, nel presente, a poche migliaia di chilometri da noi, e sono tanti, arrivano a cinque milioni! In più, rappresentano una sfida coraggiosa alla modernità nel suo insieme; l’alternativa non sono i giovani ribelli occidentali, né le molteplici arti d’avanguardia che non si capisce cosa vogliono dire o proporre, né le politiche sinistrorse che scimmiottano Marx o le sterili e vuote filosofie che cercano di ammaliare creando soltanto ulteriore confusione, né i paradisi effimeri del ciarpame New Age, sono i Sadhu l’autentica antitesi alle strutture del sistema contemporaneo. Ecco cosa c’è di veramente straordinario.

Produzione Charas

I Sadhu si dividono in shivaiti (seguaci di Shiva) e vishnuiti (seguaci di Vishnu); soltanto i primi fumano il charas. Il charas (si pronuncia ciaras) è un tipo di hashish molto pregiato; i Sadhu usano prevalentemente questo. Lo fumano innanzitutto perché Shiva è chiamato anche “The Lord of Charas”; nel senso che tra il charas e il Dio in questione esiste una specie di “somiglianza”: Shiva è il distruttore e trasformatore della manifestazione, ovvero della realtà così come ci appare, al di là della quale lo Yoghi “entra” nella vera Realtà; il charas dovrebbe quindi svolgere una funzione simile a quella rappresentata da Shiva.



La cannabis ritorna tra le "leggere"

Decreto in Gazzetta Ufficiale, creata nuova tabella solo per hashish e marijuana.


(Ansa) - Hashish e marijuana tornano a essere considerate dalla legge italiana droghe "leggere", distinte dalle cosiddette "pesanti" come eroina, cocaina o amfetamine.
Il decreto legge del Ministero della Salute, pubblicato ieri sera in Gazzetta Ufficiale, mette infatti la cannabis in una tabella separata, da sola.

La cannabis - sia in forma di foglie e infiorescenza che di olio o resina, quindi sia marijuana che hashish - è quindi inserita in tabella II, mentre in tabella I restano oppio e derivati (eroina), cocaina, amfetamine, allucinogeni e compaiono anche i tetraidrocannabinoli, cioè i cannabinoidi sintetici. Nelle altre tabelle sono inseriti i medicinali.


Di seguito trovate le tabelle aggiornate delle sostanze stupefacenti e psicotrope: gazzettaufficiale.it

Cannabis terapeutica: una legge per produrla in Puglia

Le nuove norme, presentate da Sergio Blasi prevedono che la regione Puglia dia il via libera alla coltivazione della cannabis terapeutica


Qualcuno Enzo Brogi sembra averlo preso in parola. A pochi giorni dalla proposta del consigliere toscano del Pd di far coltivare la cannabis terapeutica nell'Istituto Farmaceutico Militare di Firenze, arriva infatti una proposta di legge pugliese per trasformarla in realtà. Le nuove norme, presentate da Sergio Blasi, consigliere e segretario regionale del Partito Democratico pugliese, prevedono infatti che la regione dia il via libera alla coltivazione della cannabis terapeutica, avviando “azioni sperimentali con lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati, sulla base della normativa vigente”.

Secondo Blasi, produrre la cannabis in Italia si tradurrebbe in un forte risparmio sia per le Asl che per i pazienti. Il consigliere ha calcolato infatti che il prodotto, importato dall’Olanda, costa oggi circa 15-20 euro al grammo per il Servizio Sanitario Nazionale, cifra che sale a 50 euro quando ad acquistarla sono direttamente i pazienti che hanno ricevuto la prescritta dal medico specialista e dal medico di medicina generale, come previsto dalle norme approvate in Puglia a gennaio. Quanto costerebbe produrla a chilometro zero? Secondo Blasi si arriverebbe a circa 1 euro e 55 centesimi al grammo: dieci volte meno di quanto si spende oggi importandola.

La proposta di legge presentata da Blasi si compone di due articoli. Nel primo si introduce la facoltà di sperimentare l’avvio della produzione della cannabis a fini terapeutici “al fine di ridurre il costo dei medicinali cannabinoidi importati dall'estero”, e si autorizza la regione ad “avviare azioni sperimentali con loStabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze o con altri soggetti autorizzati, sulla base della normativa vigente”. Nel secondo punto invece, si legge che la giunta regionale “per ridurre le spese connesse all’acquisto e alla preparazione di medicinali cannabinoidi, verificherà entro tre mesi dall’entrata in vigore delle nuove norme, la possibilità di centralizzare acquisti, stoccaggio e distribuzione alle farmacie ospedaliere abilitate”. Questo “può consentire la realizzazione di economie di scala”.

Nonostante la proposta sia di quelle destinate a far discutere, secondo Blasi potrebbe attirare consensi bipartisan, visto il periodo di spending review e i sostanziosi risparmi che comporterebbe per le Asl pugliesi. Non resta dunque che attendere per scoprire se la legge sarà approvata, e se l'Aifa (a cui spetterebbe l'utlima parola) concederà eventualmente il via libera definitivo.




Cannabis legale

Decreto legge per la depenalizzazione del consumo e la coltivazione ad uso personale di Cannabis



Tra polemiche e consensi è sbarcato in Senato un decreto legge per la depenalizzazione del consumo e la coltivazione ad uso personale di Cannabis indica. La parola chiave non è “liberalizzazione” (che è il regime attualmente vigente) ma “legalizzazione”, spiega il senatore Luigi Manconi, promotore e sostenitore di questo cambio di rotta. Quindi regolamentazione, produzione, diffusione e commercializzazione controllata dallo Stato per sottrarre i consumatori al regime illegale degli spacciatori e per controllare quelle sostanze stupefacenti che possono essere adulterate secondo esigenze del mercato e non del consumatore.

La questione è che non è il consumo bensì l’abuso di cannabis che può produrre effetti negativi e può far male alla salute - non più, però, di quello di tabacco o, soprattutto, di alcol. La legalizzazione è il regime che meglio consentirebbe campagne di dissuasione dal consumo, come è stato sperimentato con altre sostanze stupefacenti quali il tabacco e l’alcol.

L'efficacia della cannabis nella terapia del dolore è documentata: approvarne l'uso per questa indicazione sarebbe un primo passo o un risultato parziale o poco significativo?








Fonte: www.pensiero.it

Cannabis per uscire da dipendenza di alcool e droghe pesanti

La cannabis nel trattamento delle dipendenze da alcool e droghe pesanti



La cannabis potrebbe aiutare le persone che lottano contro diverse dipendenze, sostituendo la necessità di sostanze nocive.

Gli ultimi dati, pubblicati sulla rivista Addiction Research & Theory, provenivano da un sondaggio condotto su oltre 400 pazienti iscritti al programma statale di cannabis terapeutica in quattro dispensari del distretto canadese della British Columbia. Alla domanda che chiedeva loro se avessero mai usato cannabis per sostituire farmaci, alcool o droghe illecite, oltre il 75 % ha risposto affermativamente. Il 68 %, ha indicato con la cannabis come un sostituto per farmaci che erano stati loro prescritti. Il 41% ha anche affermato di averla usata per l’al- cool e il 36 % per le altre sostanze illecite, come l’eroina o la cocaina.

Dai risultati è evidente come alcuni pazienti l’abbiano usata in sostituzione di più sostanze. Secondo il dottorPhilippe Lucas, coautore dello studio, “i risultati supportano la cannabis come un potenziale trattamento per le tossicodipendenze”. Il dottore ritiene che la cannabis potrebbe agire come un “farmaco di uscita” quando si tratta di abuso di sostanze, in contrapposizione al concetto che la cannabis sia il primo passo verso l’utilizzo di sostanze più pesanti. Ma lo studio non è stato il primo a descrivere il fenomeno.

La professoressa Amanda Reiman della University of California ha pubblicato due studi sulla questione. E i risultati ottenuti dai pazienti di un ambulatorio in California, erano notevolmente simili. Dei 350 pazienti esaminati nel 2009, il 66 % ha riferito di aver consumato cannabis per sostituire farmaci da prescrizione, il 40 % per la sostituzione di alcool e il 26 % per sostituire altre sostanze illecite. “Quando si parla di usare la cannabis come un sostituto per l’alcool, stiamo parlando del 10% dei consumatori considerati bevitori pesanti, con ripercussioni gravi sul proprio fisico. Penso che dobbiamo concentrare i nostri sforzi nel portare i bevitori a rischio lontano dall’alcool, verso una sostanza che non ha lo stesso impatto sul loro corpo, come la cannabis”, ha spiegato la dottoressa. E anche il dottor Lucas la pensa in modo simile. Se la politica sulla cannabis diventasse più lassista, secondo il dottore, “si potrebbe osservare un leggero aumento del consumo di cannabis, ma in seguito assisteremmo ad una diminuzione del consumo di alcool, sostanze illecite e farmaci, con un grande risparmio e altrettanti benefici per la sanità pubblica”.

Fonte: www.cannabisterapeutica.info

La pubblicità sulla marijuana terapeutica arriva in televisione

La pubblicità è stata trasmessa per la prima volta in New Jersey



Una società chiamata MarijuanaDoctros.com è entrata nella storia lunedì scorso quando il suo spot è stato mandato in onda in tv negli Stati Uniti. Lo spot, trasmesso per la prima volta in New Jersey, verrà riproposto per più di 800 volte nelle prossime due settimane. Per uno dei proprietari della società è siginificativo il fatto che la pubblicità sia stata mandata in onda nell’intero stato dalla Comcast, un gigante delle telecomunicazioni. «Abbiamo fatto la storia», ha detto Joe Nicolazzo di MarijuanaDoctors.com all’Huffington Post. «Si tratta di una pietra miliare».




LA PUBBLICITÀ - La marijuana a scopo medico negli ultimi anni ha preso piede negli U.S.A. ed ora è legale in 20 stati più il distretto della Columbia. In Colorado e nello stato di Washington si sono spinti oltre e la cannabis è stata legalizzata anche a scopo ricreativo. Anche altre amministrazioni stanno prendendo in considerazione la legalizzazione della marijuana o una revisione delle leggi sulla droga. I sondaggi dimostrano come nel paese sia cambiato l’atteggiamento nei confronti della sostanza che ora viene addirittura pubblicizzata in televisione. «Stavamo lavorando per fare in modo che la cannabis medica venisse accettata dai principali media», ha detto Nicolazzo. MarijuanaDoctors.com aiuta i pazienti a mettersi in contatto con i medici che prescrivono la cannabis. Lo spot è stato trasmesso in New Jersey, perchè l’azienda riceve molte chiamate da pazienti provenienti da quello stato che hanno grandi difficoltà a trovare medici che prescrivano loro ma marijuana, ha detto Nicolazzo.



La bambina epilettica curata a base di Cannabis

I genitori hanno sperimentato la cura dopo che i medici non gli avevano dato più speranza per la figlia affetta da una grave e rara forma di epilessia.


Lei è Charlotte con la sua pianta che prende il nome di Charlotte’s Web.
La pianta possiede un basso contenuto di THC (circa il 3%) e un alto contenuto di CBD (supera il 20%). 
Charlotte prima di utilizzare questa pianta arrivava ad avere circa 1.200 crisi epilettiche al mese, ora grazie alla cannabis meno di 5 al mese.


Alla piccola Charlotte Figi nata con una grave e rara forma di epilessia, la sindrome di Dravet, con centiania di attacchi epilettici a settimana, i medici avevamo dato poche sperarze di vita, ma come raccontano i suoi genitori dopo aver provato un ultimo tentativo di cura a base di cannabis la bambina si è ripresa e ora grazie al trattamento per la prima volta riesce anche a parlare e camminare autonomamente. “Abbiamo provato tutto il possibile e i medici continuavano a dirci che stava per morire. Quando mio marito mi ha parlato del trattamento sono rimasta sconvolta, ma eravamo disperati così abbiamo provato” ha spiegato la signora Paige Figi, aggiungendo “dopo un solo trattamento però siamo rimasti sconcertati, Non potevamo credere all’effetto che ha avuto su Charlotte”. Ora la bambina per ammissione dei genitori ”è come una ragazza completamente diversa”.

I genitori della piccola si sono imbattuti nella terapia a base di cannabis leggendo un articolo su internet dopo che la bambina peggiorava a vista d’occhio con oltre trecento attacchi epilettici alla settimana perdendo anche la capacità di camminare, parlare e mangiare. Il padre della piccola in particolare aveva letto di un altro bambino con la stessa condizione che aveva usato olio di cannabis per ridurre drasticamente le convulsioni dovute alla malattia.
A detta della famiglia già dopo i primi trattamenti la piccola è stata meglio. “Charlotte riceve olio di cannabis sotto la lingua, due volte al giorno” ha spiegato il padre, aggiungendo che “ora ha solo un paio di attacchi a settimana”.

Uruguay: decine di ettari di terreni destinati alla coltivazione di cannabis.

Pepe Mujica propone di centralizzare la coltivazione di cannabis nei perimetri di terra di proprietà del Ministero della Difesa per dare un altro duro colpo al commercio illegale.



Da blog.you-ng.it - Nell’Uruguay di Pepe Mujica tutto è possibile. Anche che lo Stato decida di utilizzare decine decine di ettari di terreni di proprietà del Ministero della Difesa per destinarli alla coltivazione di marijuana. E’ l’ultima proposta del Presidente Guerrillero, che ha annunciato per il prossimo mese di Aprile, una legge destinata a fare scalpore: centralizzare la coltivazione di cannabis nei perimetri di terra di proprietà del Ministero della Difesa per dare un altro duro colpo al commercio illegale.

Nel unico paese al mondo in cui – dallo scorso dicembre – tutto il ciclo della marijuana, dalla semina al raccolto fino alla vendita, è gestito interamente dal Governo centrale e ogni cittadino ha il diritto di coltivare fino a 6 piante a testa(l’equivalente di 480 grammi) per uso personale o acquistarne fino a 40g al mese presso farmacie autorizzate e si ragiona sulla concessione di licenze per coltivare, c’è fame di terra. Secondo stime preliminari emesse nei giorni scorsi dal partito, il paese avrebbe bisogno, almeno per il momento, di altri 25-49 acri di terre per soddisfare la domanda interna. Ma non solo.

Concentrare la coltivazione nei terreni di proprietà dei militari, secondo il Ministro della difesa Eleuterio Fernandez, è una delle proposte su cui il governo sta ragionando per combattere ancora più efficacemente il narcotraffico “La cosa più importante è fare in modo che le nostre leggi non influenzano i paesi vicini”, ha dichiarato Fernandez che sente gli occhi dei paesi limitrofi puntati sull’Uruguay. “Non vogliamo che la marijuana coltivata all’interno dei nostri confini sia venduta al di fuori e stiamo lavorando per rafforzare i controlli” fa sapere il governo. La legalizzazione voluta da Pepe, infatti, preoccupa non poco gli altri paesi del Sud America, dove recentemente si è iniziato a discutere di legalizzazione.

Non tutti infatti vedono di buon occhio le idee progressiste di un presidente che guida un vecchio maggiolino degli anni ’70 e vive in una piccola fattoria alla periferia di Montevideo con uno stipendio di 1.500 dollari al mese (il 90% dei 12.000 dollari per il suo lavoro alla guida del paese viene versato ad ONG e bisognosi).

Il biomattone di canapa made in Italy al 100%

Da quest’anno il biomattone sarà prodotto interamente in Italia in un ex stabilimento destinato alla produzione di cemento in provincia di Bergamo


Il biomattone alla canapa prodotto dalla ditta italiana Equilibrium diventa made in Italy al 100%.
L’azienda lo presenterà per il secondo anno consecutivo alla fiera “Fa’ la cosa giusta” a Milano dal 30 al 1 aprile 2012. La novità è che da quest’anno il biomattone sarà prodotto interamente in Italia in un ex stabilimento destinato alla produzione di cemento in provincia di Bergamo. L’azienda lo ha riconvertito per avviare in proprio la produzione di questo suo speciale biocomposto ecosostenibile a base di calce e legno di canapa. Un operazione che è quindi doppiamente amica dell’ambiente e che sfrutta materie prime coltivate interamente nel nostro paese.



L’avventura del biomattone ha solo poco più di un anno ma è cresciuta e si sviluppata rapidamente. L’innovativo materiale che sfrutta le straordinarie caratteristiche della canapa è pensato per la costruzione di edifici ecocompatibili, ad alta efficienza energetica e bassissimo impatto ambientale. La canapa infatti è un materiale naturale ottimo come isolante termico e acustico capace inoltre di assorbire l’umidità e l’anidride carbonica.

Proprio per le proprietà di isolante termico e acustico gli edifici costruiti con questo speciale biomattone non avranno bisogno di ricorrere ad altri materiali magari dannosi per la salute. In questo modo viene garantito all’interno delle mura un ambiente più salubre e ottimale sia in estate che in inverno.

Il biomattone Equilibrium dunque oltre a migliorare il confort abitativo degli edifici può contribuire notevolmente anche a migliorare la qualità dell’aria al di fuori delle mura e a combattere l’effetto serra. Esso infatti sfrutta questa straordinaria caratteristica della canapa che è appunto famosa per essere il materiale capace di assorbire più Co2 al mondo.


Fonte: www.morasta.it