Uruguay: decine di ettari di terreni destinati alla coltivazione di cannabis.

Pepe Mujica propone di centralizzare la coltivazione di cannabis nei perimetri di terra di proprietà del Ministero della Difesa per dare un altro duro colpo al commercio illegale.



Da blog.you-ng.it - Nell’Uruguay di Pepe Mujica tutto è possibile. Anche che lo Stato decida di utilizzare decine decine di ettari di terreni di proprietà del Ministero della Difesa per destinarli alla coltivazione di marijuana. E’ l’ultima proposta del Presidente Guerrillero, che ha annunciato per il prossimo mese di Aprile, una legge destinata a fare scalpore: centralizzare la coltivazione di cannabis nei perimetri di terra di proprietà del Ministero della Difesa per dare un altro duro colpo al commercio illegale.

Nel unico paese al mondo in cui – dallo scorso dicembre – tutto il ciclo della marijuana, dalla semina al raccolto fino alla vendita, è gestito interamente dal Governo centrale e ogni cittadino ha il diritto di coltivare fino a 6 piante a testa(l’equivalente di 480 grammi) per uso personale o acquistarne fino a 40g al mese presso farmacie autorizzate e si ragiona sulla concessione di licenze per coltivare, c’è fame di terra. Secondo stime preliminari emesse nei giorni scorsi dal partito, il paese avrebbe bisogno, almeno per il momento, di altri 25-49 acri di terre per soddisfare la domanda interna. Ma non solo.

Concentrare la coltivazione nei terreni di proprietà dei militari, secondo il Ministro della difesa Eleuterio Fernandez, è una delle proposte su cui il governo sta ragionando per combattere ancora più efficacemente il narcotraffico “La cosa più importante è fare in modo che le nostre leggi non influenzano i paesi vicini”, ha dichiarato Fernandez che sente gli occhi dei paesi limitrofi puntati sull’Uruguay. “Non vogliamo che la marijuana coltivata all’interno dei nostri confini sia venduta al di fuori e stiamo lavorando per rafforzare i controlli” fa sapere il governo. La legalizzazione voluta da Pepe, infatti, preoccupa non poco gli altri paesi del Sud America, dove recentemente si è iniziato a discutere di legalizzazione.

Non tutti infatti vedono di buon occhio le idee progressiste di un presidente che guida un vecchio maggiolino degli anni ’70 e vive in una piccola fattoria alla periferia di Montevideo con uno stipendio di 1.500 dollari al mese (il 90% dei 12.000 dollari per il suo lavoro alla guida del paese viene versato ad ONG e bisognosi).